Ci sono due frame del match tra Djokovic e Alcaraz che vanno a evidenziare la scriteriatezza di Alcaraz – a tratti. Sullo 0-0 nel secondo set, 15-30 per Alcaraz, c’è una palla agile e pulita in mezzo al campo su cui Alcaraz ha campo aperto, sgombro. Lo spagnolo tira col fucile invece di cercare il piazzamento guardando la posizione del serbo con calma, visto il Djokovic sbilanciato. E tira fuori di 30 cm. Andava 15-40 a due palle break e invece il game lo ha tirato a casa Djokovic.
Sempre nel secondo set sul 4-4 0-30 a favore di Alcaraz, serve Djokovic. Dopo uno scambio di 27 colpi che porta in apnea embolica Djokovic, il serbo risale 15-30 vincendo lo scambio. Poi si arriva al 30 pari. Ancora, Alcaraz sbaglia una smorzata autoreferenziale. Cerca spesso l’applauso del pubblico o il colpo ad effetto, in momenti chiave. Avrebbe potuto perdere il secondo set da una fotocopia sbiadita di Djokovic. Ieri il serbo non c’era, ma nonostante tutto avrebbe potuto salire un set pari. Sarebbe finita comunque a favore dello spagnolo. Djokovic ha perso il timing sulla palla con l’età. In risposta male e non ha più la lucidità di incidere nei momenti decisivi. Oltre a una condizione atletica che lo porta a prendere rischi inutili per accorciare il gioco. Arriva il momento in cui conviene smettere. Ci voleva già parecchia immaginazione per pensare a un Fritz perdente (nei quarti) da questo Djokovic. E invece il buon Fritz ce l’ha messa tutta per autosabotarsi con la solita paura del dilettante (è numero 4 atp!). E’ anche probabile che Alcaraz sapesse di avere talmente tanto margine a livello di potenza e di atletismo che giocava al gatto col topo ieri. Djokovic faceva un po’ pena. Detto questo, non ha entusiasmato lo spagnolo.
Sinner, invece, sembra avere un problema all’addome che gli impedirebbe di spingere col servizio al 100%. Accusato sul 4-3 nel secondo set del match di semifinale con Aliassime. Vagnozzi in conferenza stampa ha dichiarato : ”Ha avuto solo un po’ di fastidio all’addominale a un certo punto, ma trattandolo col fisioterapista è andato via, quindi penso non sia niente di grave. Quando è rientrato dal trattamento, nei primi game non sapeva bene come stava e non forzava molto. Poi ha iniziato a forzare e il servizio migliorava (mah), quindi credo sia abbastanza tranquillo per domenica“.
Sinner ha lasciato per strada due set totali mentre Alcaraz non ha perso set, è illibato. Anche a livello di servizio Alcaraz ha regnato: ha preso un break da Djokovic e uno da Darderi. Due soli servizi persi in tutto il torneo. Spesso tira seconde ingestibili anche da ribattitori esperti. Sinner risponde sicuramente meglio del Djokovic 38 enne. Sinner, però, fatica ancora al servizio; con Aliassime ha servito sotto il 50% di prime e per parecchi game al 40%. Insufficiente per una finale. Però vince lo stesso il 3° e 4° set. Con patemi, rischiando il break nel quarto. Poi il vassallaggio di Aliassime, solito. Se il male all’addome fosse invalidante si sarebbe ritirato. In una finale è richiesto un grande contributo di quel colpo e bisogna capire come reagisce il corpo sotto stress nel tirare per 3-4 ore servizi a 200kmh.
A volte ci sono anche espedienti psicologici che i giocatori usano per sporcare il contesto. Lui con questa storia ha una giustificazione per un’eventuale sconfitta. Non che ne abbia bisogno, ma Sinner vuole vincere sempre (soprattutto le finali). Così si deresponsabilizza in un certo senso. Il tennis è sport pieno di contraddizioni e, anche un numero uno, di fronte a una finale come questa carica di pressioni per la prima posizione mondiale (che in caso di sconfitta perderebbe), potrebbe tenersi in grembo questa chiave. E più un gioco suo interno che lo solleva psichicamente dal contesto di pressione.
L’orario di gioco, alle 14, nel primo pomeriggio non caldo (probabile), forse favorisce di poco Sinner. Potrebbero chiudere per pioggia(prevista) e allora sarebbe più favorito. Dopodiché questo match di domenica è un classico che si situa in un dominio di incertezza fatto di chiavi più psicologiche che tecniche. Tecnicamente Sinner ha più tennis di Alcaraz su cemento, ma non c’entra. E’ una finale, c’è in gioco la prima posizione che Sinner dentro di sé, per carattere, vorrebbe mantenere a tutti i costi. E’ motivo di pressione? Su Sinner pare di no, ma il contesto è di pressione per tutta una serie di questioni che hanno a che vedere con la rivalità e con il prestigio. C’è sempre pressione in questi casi e va gestita.
Il contesto: nessuno dei due ha convinto fino in fondo (Sinner però ha avuto avversari più ostici). La finale sarà partita nervosa, e saranno importanti i colpi di inizio gioco. Servizio e risposta. Sinner dovrà gestire il servizio e le seconde di Alcaraz. Sulle seconde mantenere una posizione avanzata e schiacciarle con l’anticipo. Alcaraz a tratti spara fucilate spaccacorde con la combinazione servizio dritto. Rispetto al passato recente, a parte qualche scriteriatezza autocelebrativa, Alcaraz è più regolare-costante rispetto a qualche mese fa. Sinner, una volta che la palla è in gioco, sul rimbalzo, sembra avere qualcosa in più dello spagnolo, su cemento. Anche come doti di anticipo della palla. L’altro spara quando non ti aspetti, imprime spinta feroce in qualsiasi momento anche su palle difficili alte e morbide, profonde.
Qui vorrei andare un po’ in profondità riportando alcuni passi messi insieme qua e là, massime d’arte e psicologia.
“Un individuo che non riesca più a discendere dalle sue altezze è malato, è un tormento per sé e per gli altri. La tua cima è il tuo monte personale, che appartiene a te e a te soltanto. Lì sei nella tua individualità, e vivi la vita che è più tua. Se vivi la tua vita più personale, allora non vivi la vita universale, che è infatti quella che permane e non finisce mai, la vita della storia, dei fardelli e dei beni inalienabili e mai perduti dell’umanità. Li tu vivi la persistenza dell’essere ma non il divenire. Il divenire è infatti proprio delle altezze ed è pieno di tormento. Come puoi divenire se non sei? Per questo ti serve vivere in basso, perché li tu semplicemente esisti. Per questo hai bisogno anche delle altezze, perché li tu sei in divenire. Se vivi la vita universale nel tuo punto più basso, acquisti allora consapevolezza di te stesso. Se invece sei al tuo livello alto, allore sei il tuo meglio, e diventi consapevole del tuo lato migliore, non di quello che sei nel flusso della vita universale, come creatura che semplicemente esiste. Non si sa mai chi siamo in quanto esseri in divenire. Ma sulle altezze l’immaginazione è al suo grado massimo. Essere quello che sei è un bagno di rinascita. L’essere della condizione bassa non è un perdurare indefinito, ma una crescita di infinita lentezza. Colui che è in divenire acquista consapevolezza della vita, mentre chi semplicemente esiste non ne diventa consapevole, perché si trova nel pieno della vita stessa”.
Qui ci sono indicazioni di cosa vuol dire l’umiltà, il fare le cose e sentirle. Il lavorare con l’umiltà dell’ultimo, in tutte le direzioni. “Essere quello che sei è un bagno di rinascita” appartiene a Sinner, mentre Alcaraz esiste ma non è direttamente consapevole. Come a dire che vive più in un dominio immaginativo, dove si crea nella potenza di fuoco, ma a volte si viene smentiti. E si può perdere il filo. E se Sinner trova le chiavi avendo costruito più lentamente il suo essere, divenendo, ha qualche vantaggio in più nella calma e nella visione generale delle cose. Dentro un match come quello di domenica, non c’è grande spazio di manovra. Sinner non è ancora consapevole come un Djokovic, ma è simile. Può concentrarsi meglio sui difetti dell’altro, sulle sue impasse e cercare una via rispetto all’istinto e al tirare dell’altro. Al solo tirare da ambo i lati. Può osservare e continuare a farlo nelle pieghe più difficili del match. Il tennis è spesso solo qui, in qualche piega che va scorporata per costringere l’altro fuori dalla comfort zone. E’ un continuo stillare dubbi. Djokovic era un maestro in questo. A livello di ragionamento e lucidità pare essere un po’ avanti, Sinner. Anche se la potenza omicida uccide anche la possibilità della contromisura a volte. Sinner deve cercare di imporre il suo gioco in modo essenziale con occhi di riguardo alle contromisure. L’umiltà serve proprio a questo, a plasmarsi sul gioco dell’altro nel tempo che passa. Ovviamente Sinner deve stare bene fisicamente.
Nel pezzo precedente sulla finale di Wimbledon 2025 avevo pronosticato Sinner vincente 3 a 1 azzeccando la finale e i set. Là i bookie davano inizialmente a 1.80 Alcaraz e a 2.00 Sinner. Invertendo poi la mattina prima della finale a 1.80 Sinner e a 2.00 Alcaraz a causa anche dei movimenti di denaro. Oggi Sinner a 1,75 e 2.10 Alcaraz. Domattina potrebbe cambiare qualcosa. Non si sa. Quindi Sinner leggermente favorito. A tutti pare più adatto al cemento (si vero), una superficie che esalta il suo gioco e poi si gioca alle 14 nel primo pomeriggio. Le condizioni climatiche – coperto – avvantaggiano Sinner che buca l’aria – se poi chiudono il tetto per pioggia ancora meglio. Per motivi tecnici più che fisici. 11 ore 56 di gioco totale per Alcaraz e 13 ore e 33 per Sinner. Nel torneo.
I precedenti: Alcaraz conduce 9-5 contando il torneo di Alicante che è un torneo Atp Challenger, ma valido per la classifica – senza il ritiro di Sinner a Cincinnati dopo il 5-0. I diretti contano fino a un certo punto e sono spesso datati. Oggi la storia è cambiata. Ma il pronostico rimane difficile (sembrerebbe 50% e 50%, insondabile).
Diciamo che se Alcaraz serve molto bene e rimane concentrato sui suoi game, mettendo molta pressione in spinta su quelli di Sinner, riuscendo con continuità nel compito può salire da subito di 1 set o quasi 2. Sono ipotesi. Alcaraz che parte forte. Ma parte forte come tutti quelli che si sentono più in difficoltà e spingono per non essere travolti loro, non in totale sicurezza intinseca. Ripeto, potrebbe essere una partita più di studio e tattica senza super performance di forza. Con alti e bassi. Quindi, aleggerà nervosismo, spirito di rivalsa e si sentirà qualche catenata sorda che fara vibrare anche l’audio delle tv. Tirando fuori una mia immagine di tanto tempo fa, avevo scritto:” Alcaraz era quello che arrivava nel gruppo dei bambini, con la maglietta sporca di sugo e la scarpetta usurata, e a 10 anni li faceva piangere tutti”. Luisa, la dolcissima Luisa, dagli occhi sorridenti color del mare aggiunge che “Non si può guardare Alcaraz con la canotta edile rosa e le calzettine nere. Un muratore della Murgia!” Rido. Sorridete sempre, perché noi lo facciamo!
Il pronostico: Alcaraz 3 set a 1. Una sciagura, in pratica. Lo porterebbe lunedì 8 settembre al numero 1 del mondo.
Ma voi sorridete sempre.
Postato il 6-9-25 alle ore 18,45
Buon tennis a tutti!
Piacentini Gianluca






