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Wimbledon, la finale. Non vivere nell’illusione della regolarità, porta al cambiamento.

Eccoci arrivati, in finale.

(1)Djokovic N vs N. Kyrgios.

Il mio pronostico era Djokovic in 4 set su Norrie (azzeccati anche i set) vs (?)  50% e 50% Nadal vs Kyrgios.  Partita impronosticabile, nel senso che aleggiava la possibilità che Nadal potesse ritirarsi nelle ore successive. Alle 19 ho postato il pronostico, nel pomeriggio Nadal aveva deciso di giocare. Alle 20,20 circa ha rilasciato una dichiarazione dove diceva che 2 match consecutivi non li avrebbe retti. Inoltre, senza conoscere l’entità precisa dell’infortunio era match da pronostico incerto. Questa volta, però c’era il servizio che andava a ¾ di velocità . Dipende sempre a che profondità e in quale posizione c’è questo strappo – il suo gli aveva precluso il movimento del servizio durante il match con Fritz – serviva a velocità ridotta e la rotazione del tronco per tirare il rovescio lo infastidiva. I bookies erano a 1,70 e 2,25 e, in quel momento, davano favorito Kyrgios. Incertezza, però. Per me era la classica da 1,89 vs 1,89. La quota data così per gioco – provocazione, includeva il fatto che non condividevo la decisione di Nadal di giocare, perché andava contro certi principi ed esempi, che un tennista del calibro di Nadal – che è esempio di volontà applicazione e sacrificio – dovrebbe dare. Non ci sono solo i trofei, c’è in primis la salute che è da tutelare. E mi sembrava impossibile, che Nadal non la mettesse al primo posto. Quindi, da questo piccolo ragionamento ne scaturiva un secondo nel quale, se avesse giocato, o era folle o l’infortunio gli avrebbe consentito di difendere le sue possibilità, non solo con Kyrgios, ma anche in finale. Ma sentivo che Nadal a ¾ di servizio non avrebbe potuto giocare due match e vincerli. Inizialmente volevo dare Kyrgios vincente e lo avevo scritto ad amici il giorno prima. Anche con Nadal al 100%. Dopodiché, le cose sono cambiate e tutto è derivato verso un dominio di incertezza. Giocare con giocatori non al 100%, non è facile. Si prospettava altro match di semifinale incerto e rognoso. Djokovic vinse il suo nono AO con uno stappo che raggiunse i 2 cm in finale. Ma ogni giocatore è diverso dall’altro. Mi sembrava assurdo che Nadal potesse giocare con un servizio al 70% rischiando di peggiorare la situazione e comunque non arrivare pronto in una possibile finale chiusa. Col rischio di doversi fermare mesi. Quindi, anche dopo le dichiarazioni pomeridiane, ho pensato che potesse ancora succedere qualcosa. C’era una sensazione particolare di incertezza. Il pronostico racchiudeva un po’ di considerazioni disordinate, ma non aveva senso pronosticare. E infatti, si è poi ritirato.

Si legge, che la fidanzata di Fritz, ha guadagnato 30 mila follower durante il match del suo compagno con Nadal. Quindi, mentre Fritz pativa in un match da psicanalisi, la fidanzata incassava follower😊

Nadal, Federer e Djokovic, anche nelle dinamiche sentimentali somigliano più a modelli di una volta. Hanno vissuto delle dinamiche tranquille, vicino a donne-mogli poco social e lontano da bellezze fuori quota (per loro più acqua e sapone); loro stessi, non sono troppo presi dalle dinamiche frenetiche odierne. Hanno vissuto in un dominio di tranquillità che si è poi riversato positivamente sul tennis giocato. Fritz che si è sposato giovanissimo (18 anni), si è diviso poco dopo. Ma ognuno nella vita è libero di fare le scelte che vuole sempre nel rispetto di tutti. Poi è questione anche di fortuna, ma i tempi distimici e frenetici odierni, non aiutano.

Sarebbe stata una partita interessantissima quella tra Nadal e Kyrgios. Confronto di stili e caratteri. Peccato.

Facendo un ragionamento molto semplice, sembra che la sorte sia dalla parte di Kyrgios che, magari, giocando 4 ore con Nadal e vincendo, sarebbe arrivato stanco alla finale dura con Djokovic. Ora, ci arriva riposato, ma con poco tennis nel braccio. Anche questa cosa può essere deleteria, ma nel caso di un braccio come quello di Kyrgios non credo faccia tanta differenza. Entrerà e credo giochi a viso aperto, anche con Djokovic. A Indian Wells, il 1000 americano, nel 2017, Kyrgios battè Djokovic 64 76 e quella volta partì come una furia col break iniziale a Nolevic, salendo 2 a 0. Sul servizio di Djokovic, il serbo era sempre in affanno, mentre Kyrgios teneva i suoi agilmente. Nolevic frantumò una racchetta nel primo set e prese warning. Non arrivò mai a 40 quando serviva Kyrgios. Kyrgios al servizio raggiunse il 90% di prime nel match e un picco del 93% nel secondo set. Ovviamente non sarà la stessa cosa qui. Ma questo per dire che tipo di partita ci si può aspettare. Riporto qui i dati del precedente pezzo. Nei 5 match fin qui disputati ha servito una media del 70% di prime e ha fatto circa l’80% di punti con la prima in campo (sempre sui 5 match). 24 ace a partita in media nei 5 match. Serve circa 3 prime su 4 circa e fa l’80% dei punti con la prima in campo (in media). In due match è andato sopra i 30 ace. Ma è possibile che possa alzare di nuovo il livello, se sta bene, in finale, e andare oltre l’85% come a Indian Wells. Quella è la percentuale da usare qui.

Andiamo ad analizzare questa finale:

Un dato che avevo messo già nell’altro pezzo sulle semifinali, è quello dei set vinti al quinto a Wimbledon da parte di Kyrgios. 6 volte è finito al quinto e 6 volte ha vinto. Nel caso che la partita vada al quinto e non è ipotesi surreale, questo è un dato. Segnatelo. Dopodiché, con Djokovic, il quinto, sarebbe certamente diverso da quelli giocati qui (qui Djoko ha perso un quinto set su 11 giocati). Insomma meglio non finirci al quinto con Nole. Io penso che debba chiuderla prima del quinto, massimo in 4. Kyrgios non ha mai perso al quinto, perché probabilmente ha più confidenza con il tipo di gioco su erba. Riesce a mantenere la mente sgombra e a giocare bene nei finali su erba. Si fida molto del suo servizio che esce dalla corde con una facilità disarmante, sull’erba. E’ naturale. Più va avanti e più si rifugia nei colpi che meglio gli riescono. Ha naturale propensione a servire con facilità. Il rovescio a cestino o rovescio Lacrosse (a.cit) di Kyrgios è un colpo che non si vede e non si trova nei manuali di tennis. Non ha fatto la S.a.t Kyrgios da piccolino. Sembra un autodidatta. Sembra che all’impatto con la palla, per un attimo incerto la stessa svanisca, per poi uscire dal piatto e andare ad infastidire l’avversario con traiettorie fuori dal comune. Dal Lacrosse, passa al piatto con poca apertura – quasi una frustatina di polso avambraccio – trovando lungolinea improvvisi e devastanti sull’ erba. Il dritto è giocato con un top-spin fatto in casa e a volte tira la tranva piatta, random, anche in precario equilibrio. La parabola scende con traiettoria da metodi di simulazione, e potrebbe non dare alcun ritmo a Nolevic. Spingere delle ciofeche con spin strani diventa fastidioso per Djokovic, che preferisce giocare a tennis normalmente. Di contro, Djokovic, proverà a tenere profondità anche contro il tempo che passa, dentro l’assenza di ritmo intrinseca al match, e a tratti potrebbe farsi buio. Neuronale, micidiale, paradossale e ciclico. Anche le quota a 1,25 su Djoko potrebbe essere troppo azzardata. Mai come quest’anno, sin dall’inizio del torneo, Djokovic ha avuto quote bassissime. “ A mano a mano che sempre più investitori verranno attratti dalla prospettiva di un utile, il prezzo lieviterà verso l’alto, indipendentemente dal valore intrinseco, producendo una bolla in costante espansione che alla fine dovrà scoppiare”😊

Kyrgios, non è mai al centro della vicenda, parla sempre per conto terzi. “Sono arrivato fin qui perché me lo hanno chiesto”. Gli amici, il clan, la fidanzata. Lui non c’è mai, da quello che trapela . “Me l’hanno chiesto loro di essere qui presente, e quindi mi sono rimesso a giocare”. Altrimenti ero destinato a fare una brutta fine. Per dire. A volte, Kyrgios, gioca col suo personaggio e fa del buon cinema.  Non si riesce a focalizzare il sottile velo che passa tra realtà e fantasia, con Nick. Va e viene, ma ci si augura che possa rimanere, per almeno qualche ora questa volta. Nemmeno lui è esempio da seguire, si dice. Beh, certo, di sicuro uno che butta via un talento così gestendo la sua vita in una certa maniera, non è molto regolare. E alcuni eccessi di maleducazione gratuita sono fuori luogo (Connors e Mc Enroe e molti altri del passato non erano certo stinchi di santo). Ma quale giudice supremo può darci consigli su come gestire la nostra vita. E chi può sapere se abbiamo o meno la forza (interna) di uscire la fuori e avere una continuità fuori dal comune. Magari non ce l’abbiamo e abbiamo bisogno di aiuto e, spesso, vieni escluso dai colleghi che pensano di te che sei supponente o altro  (Kyrgios lo ha detto in conferenza stampa). Dopodiché, io sono il primo a dire che, ad esempio, nella partita con Tsitsipas, il casino continuato di Kyrgios andava sanzionato subito in campo. Subito. Ma in campo non si è fatto e, allora, sulla maleducazione in campo, ci marcia chi vuole che lo show continui per ascolti tv e denaro. Suvvia, siamo seri. Puntate il dito sulla vita degli altri (che magari non ce la fanno a viverla come voi vi aspettereste da loro), ma poi ne sfruttate le debolezze per fare spettacolo e ascolti. Non va così.

A differenza di Ivanisevic, che vinse qui nel 2001, con uno storico di tutto rispetto, quella di Kyrgios è una cavalcata solitaria, che sale dal nulla, dopo anni di travagli e dichiarazioni fuori luogo sui social, contro il mondo intero. Cioè contro se stesso. Una parte di questa poca confidenza con la realtà che lo circonda, viene scritta dentro quella quota dagli allibratori. Passa dalle bastonate contro il mondo intero a riflessioni – poche – da “filosofo” 😊 navigato, Kyrgios. Ha una sua profondità particolare – che deriva da sofferenze patite – e, a tratti, dice anche cose intelligenti (in alcune conferenze stampa ascoltate, ha espresso una buona profondità). Poi, per la maggior parte del tempo, ritorna in modalità autoreferenziale – masochistica.

Djokovic è regolare secondo una strategia cognitiva mindware: regole, strategia, procedure usate per risolvere un problema, diete maniacali, interviste strategiche, furbizia intrinseca. Kyrgios è molto istinto, quasi tutto a livello di immaginifico.

Il fatto che Nick, sia poco presente nel circuito, è un punto a suo favore. I precedenti, 2 a 0 per Nick nel 2017, sono un po’ datati (2 su 3 cemento all’aperto – contano poco). Non si sono mai dati la mano in un 3 su 5, i due. 3 su 5 è effettivamente altro sport. Ma qui ripeto, Nick al quinto set non ha mai perso: 6 su 6. Djokovic con Sinner è andato sotto di due set subito e con Norrie di un set. Poi, ritorna, e in alcuni casi fa la pausa specchio e ribalta la storia togliendo concentrazione. Basta un attimo di incertezza e la partita gira. Con Nick però è diverso, se sale due set sopra. Kyrgios, ha una certa cattiveria, quando si tratta di dare una spinta definitiva al sistema ricorrente. Non apprezza il tipo di mentalità che gira, quella della continuità noiosa (cit). Dei record. Se può spezzarli e frammentare il percorso, e ne ha occasione, la sfrutta in maniera diversa, rispetto ai Fritz. Una certa cattiveria c’è.  E’ “antisistema”, in una maniera tutta sua. Va e viene.

Il gioco, è quello di non dare appigli a Djokovic. Di tornare all’assenza di ritmo e di punti di riferimento.

Djokovic, probabilmente, dovesse trovarsi sotto di 1 set, tenterà di interrompere il ritmo o si inventerà qualcosa. Può essere che non funzioni. Molto spesso funziona, ma qui non siamo davanti a uno sprovveduto. Folle, sì, ma sprovveduto e pauroso, no.

Djokovic parte come un diesel (vedi Norrie) perché ha in mano la questione 3 su 5. Manda ancora avanti giocatori come Norrie, sapendo che spendono molto per vincere uno o due set.

Per sette volte in carriera Djokovic ha recuperato da 2 set sotto vincendo in tre casi il torneo (3 volte lo ha fatto a Wimbledon):

Wimbledon 2022 su Sinner: 5-7 2-6 6-3 6-2 6-2.

Roland Garros 2021 su Tsitsipas: 6-7 (6) 2-6 6-3 6-2 6-4.

Roland Garros 2021 su Musetti 6-7 (7) 6-7 (2) 6-1 6-0 4-0 rit.

Wimbledon 2015 su Anderson K. : 6-7 (6) 6-7 (6) 6-1 6-4 7-5.

Roland Garros 2012 su Seppi: 4-6 6-7 (5) 6-3 7-5 6-3.

Us Open 2011 su Federer: 6-7 (7) 4-6 6-3 6-2 7-5.

Wimbledon 2005 su Garcìa López: 3-6 3-6 7-6 (5) 7-6 (3) 6-4.

In molti casi i primi due set sono anche lottati. Su 14 primi 2 set set, 8 sono lottati. Tutti tie break e un 7-5.

Al quinto non finisce mai al tie break. In due occasioni un 7-5. Riesce sempre a brekkare al quinto. E’ molto freddo nel giocare i quinti set, da 2 set sotto. Ma in generale, è freddo al quinto.

Questi, invece sono i vincitori Slam dal 2005 ad oggi 2022 (R.G.):

Rafael Nadal: 22
Novak Djokovic: 20
Roger Federer: 16
Andy Murray: 3
Stan Wawrinka: 3
Juan Martin Del Potro: 1
Marin Cilic: 1
Marat Safin: 1

Daniil Medvedev :1

Dominic Thiem:1

La tabella mostra la continuità dei 3. 69 gli Slam disputati. 84% vinti dai 3 sopra. Meno di una volta all’anno vince uno al di fuori di quei 3. A Wimbledon non si è usciti da un vincitore diverso dai primi 4 della classifica. Da Hewitt 2002. Il 5 outsider più pesanti a 1 Slam solo, lo hanno vinto sulla loro superficie preferita (Unico Thiem che ha fatto 2 finali Slam a Parigi, sbattendo contro Nadal). Nick Kyrgios, qui è nel suo regno.

Kyrgios, in conferenza stampa ha detto che ha dormito male la notte di giovedì. Ha pensato alla finale e al fatto che Djokovic ne ha giocate tante e per lui è la prima. I pensieri scorrevano veloci e sovrapposti. Ci sta.  Ha raccontato che l’unico umanamente “vero” nel vero senso della parola è Hewitt (il Capitano di Davis in Australia), che ogni tanto gli manda dei messaggi positivi (per dargli fiducia). Hewitt ricorre spesso, negli ultimi giorni. Ha vinto qui 20 anni fa. Ultimo australiano a vincere Wimbledon poi, come dicevo in precedenza, non si è più usciti dai fab-four nell’albo d’oro del torneo londinese (Murray, Federer, Djokovic e Nadal). 20 anni di dominio dei favolosi 4. Briciole agli altri. Wimbledon è cosa loro. Chi guarda, si è spappolato il cervello, e ha continuato a guardare in un’unica direzione, perdendo di vista quello che stava maturando in altri avamposti di resistenza: resistenza alla vita, al conformismo dilagante e alla noiosa continuità.

Djokovic è osservatore puntuale, ma qualcosa potrebbe essergli sfuggito. Anticonformista vs anticonformista per alcuni aspetti della vita. Si trovano d’accordo su alcune cose, e si parlano via Instagram. Kyrgios ha usato il termine “bromance”. 😊

Rispetto a Nick, Nole ha un grosso vantaggio nella mobilità (in avanti e laterale), qui a Londra. Elastico e veloce, sembra fatto per zompettare e scivolare sul vellutino verde. Nick, può rompere il ritmo perché ha il braccio per farlo. Non giocare una palla uguale e attaccare in controtempo appena può, usando il dritto lungolinea ad esempio per poi scendere col taglio sotto. Nel torneo ho rivisto da parte sua il chop (raro, ma lo fa). Robe a là Laver. Djokovic, dovrà tenerlo lontano attivando il tasto profondità. La profondità e il rovescio tagliato, potrebbero dare qualche fastidio a Nick. Djokovic, probabilmente si presenterà con una tattica per contrastare l’assenza di ritmo e le palle sempre diverse. Smollerà anche lui a tratti con palle più alte e lavorate per poi prendere la rete. Giocherà un po’ a specchio di Nick. Però è meno abituato al Circo Togni. Kyrgios che è pigro nel piegarsi potrebbe spazientirsi su palle che saltano poco. Ma che Djoko gioca peggio di lui. Sicuramente Djokovic picchierà duro sul rovescio Lacrosse di Nick cercando di scendere prima lui nei pressi della rete. Chi scende prima, scanserà il buio.

Il valore intrinseco è quel valore stabilito dai fatti. Oggi molti punterebbero su Djokovic perché ha 20 Slam e ha vinto qui gli ultimi 3 (3 su 5 a Wimbledon, ha un record di 10 su 11 vinte al quinto). Perché ha ancora età – 35 anni e due mesi  – in cui uno può vincere degli Slam (ad oggi, 36 anni è una resistenza difficile  per tutti). Perché l’esperienza è 100 volte più grande rispetto a Kyrgios e ha giocato centinaia di match 3 su 5. Perché è centrato e cattivo ed è ‘goat dei cervelli’. Quindi il suo valore ‘intrinseco’ è fuori tiro. Immensamente fuori tiro rispetto a quello di Kyrgios.

Possiamo giocare coi numeri. Anno 20-22. 20 Sono gli anni passati dall’ultimo slam di Hewitt, l’amico australiano, confidente di Nick. Che sicuramente prima della finale gli darà delle dritte. E 22 sono gli Slam di Nadal non facilmente superabili (soprattutto se oggi Djokovic non vincesse qui). Uno è “Goat dei cervelli”, l’altro ha approfittato del covid con intelligenza e furbizia, dilagando sulle giovani menti deboli e in un contesto difficile per gli altri. Va così. Sono fuori quota questi.

Noi, da qui, siamo in tanti a voler rompere questa nenia con una ventata di gioventù, altrimenti perdiamo la passione. E’ uscendo da certi schemi che si evolve e inizia un nuovo ciclo, magari più caotico ed eterogeneo, che porta a nuovi caratteri e a nuovi stimoli. Ci potrebbe essere un ricambio ogni tot anni.

Federer vinse il suo ultimo Slam a 36 anni e 173 giorni nel 2018. Nadal ha vinto l’ultimo Roland Garros a  36 anni e 2 giorni. Djokovic ha vinto il suo ultimo Slam a Wimbledon 2021 a 34 anni e 2 mesi. Ora ne ha più di 35. Da questo punto di vista, può essere considerato ancora integro dal punto di vista atletico e fisico. Però sono partite, dove si gioca poco e, alla risposta, se arrivano una media di 30-35 ace e l’85% di prime in campo, i riflessi devono essere molto buoni e pronti. Diciamo che Djokovic, dovrà trovare qualche diavoleria per togliere sicurezza all’australiano nel servizio. Che quando è on-fire potrebbe essere irricevibile.

Tutto si risolverà come al solito in un dominio nervoso e di esperienza, alla fine. E qui sembra partire con un punto in più Djokovic. Il punto di domanda più grande è come Kyrgios affronterà il match da punto di vista della calma e se riuscirà attraverso il tennis prodotto, a portare Djokovic su un terreno fastidioso, dove potrebbe dirigere lui a tratti. Nei suoi turni attraverso il servizio sempre vario e angolato. E sui turni di Djokovic con la pressione in avanzamento, l’assenza di ritmo e, a tratti, con le discese a rete.

Pronostico.

Questa non è una partita da pronosticare, ma un match da osservare in religioso silenzio. Qualche sociologo potrebbe partorire delle nuove teorie sociali da match come questi. E’ un giro di boa importantissimo per i due. Djokovic, se vince rimane in corsa per poter superare – forse – Nadal nei major. Se perde e, poi, non potrà giocare gli Us Open (e in Australia non c’è ancora certezza assoluta), diventa una salita dura. Per Kyrgios, è un match che potrebbe dargli una spinta nuova per cercare di tirare a casa ancora qualcosa di pesante. Sempre che a lui interessi. Non lo sappiamo. E se gli crea troppa pressione uscire la fuori e competere a certi livelli, lasciamolo alla sua vita. Sul match: potrebbe durare più di 38 game e finire anche al quinto. Più propenso per 4 set, ma i 5 non sono da escludere.

Buona finale e a risentirci!!!

Piacentini G.

Postato il 10-7-22 alle ore 10,20

Commento post match:

Non so quale partita hanno visto ieri, in molti.
Ma Kyrgios già avanti un set ha avuto le palle per risalire 5 a 4 nel secondo recuperando il break. Era 40-0
Nel terzo set sul 4 pari da 40-0 ha perso il game. E’ stato a due punti dal quinto set. Desuetudine a giocare prime finali slam, certo. L’altro nel pacchetto completo 3 su 5 è più ordinato, regolare, organizzato e tranquillo. Quanti hanno vinto alla prima finale contro giocatori che ne avevano già vinte? Apriamo il libro delle statistiche. Forse 1? Djokovic ne ha giocate moltissime di finali.
Djokovic ha risposto solo 42 volte su 112 (38%) . Più volte in difficoltà e spaesato in risposta nella prima fase del match. Non ci piove sia più forte nel pacchetto completo dei 3 su 5. Ma se il secondo fosse finito al tie break, chissà. Magari era sotto 2 set a 0. Avrebbe vinto lo stesso. Finale sicuramente più incerta rispetto al 2021.
Dopodiché, Djokovic, è naturalmente più forte di uno che si allena poco e gioca d’istinto e poco concentrato nei momenti chiave. Se ti fai recuperare due volte da 40- 0 nei momenti chiave, vuol dire che puoi battere (forse) Djokovic al primo o al secondo turno  a Wimbledon, ma non in una finale. Non ha retto il contesto e non si è sentito all’altezza di spingere giù Djoko proprio in quel contesto. Ha patito pesantemente la responsabilità di finire Djokovic in una finale così pesante.
La partita come da ‘pronostico’ è durata 42 game (over 38, (38.5)) e si è chiusa in 4 set (dati come più probabili).
Djokovic un mostro di bravura. Si sapeva, è il solito film già visto tante volte. Alla prossima.

 

 

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