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Ottavi agli US Open’23: Sinner incerto, Arnaldi avanza di testa. Sconfitta sanguinosa di Dimitrov. Al terzo turno evaporano gli ultimi 2 rovesci a una mano. Ora inizia il vero torneo.

Si era accennato al lupo che tutto sudato arrennava di belva nella notte. E finiva magari a orari strani. Quasi alle 2 di notte con Djere. Apparecchiare per il lupo un programma particolare, per attaccarne le difese ‘immunitarie’. Lentamente. 🙂

Djokovic ha detto che gli piace giocare di notte, ma quel tabellone che sembrava facile ora va verso l’America giovane che tira forte. E non ha sempre paura. Sarabonze inzuppate di calcestruzzo e aria umidiccia, sibilano come missili che schiantano la voglia. Arrivare in finale dovendo battere Gojo, Fritz, e poi uno tra Shelton, Paul e Tiafoe è impresa titanica. Magari con partite notturne. Più che altro, se ci arriva, come ci arriva? Sembra ancora integro e fisicato, ma l’età c’è e non sarà eterno. I giochini dello specchio dopo 2 set, gli strani chip sul petto, le dichiarazioni a sorpresa sono simpatici e fanno personaggio, ma poi c’è il campo dove i secchi sono sempre più colmi di acqua bollita e stantia. Dopo lo specchio, forse passerà alla preghiera. Prima o poi potrebbe lasciarci le penne. Abbiamo sempre scherzato sui giochini di Djokovic, ma Djere avrebbe dovuto vincerla in 3-4 set per come si era messa. Non c’entra nemmeno più il fatto di guardarsi allo specchio e andare al bagno. Quindi, improvvisamente, potrebbe anche avere qualche difficoltà con uno che lo randella di pallate e magari non riesce a trovare il filo. Indolore. Io, nel primo pezzo avevo scritto che (in teoria, la realtà è poi diversa😊) Sinner sulla sua strada poteva anche non incontrare tutti i favoriti e magari arrivare in finale senza Djokovic che, per qualche strano motivo, poteva perdere prima. Shelton, ad esempio, senza faticare troppo, tira spesso il servizio sopra i 230 kmh con picchi di 235 kmh orari. Tiene un ritmo forsennato da fondocampo. Contro Karatsev ha sparato dal suo fucile 26 ace, ha servito quasi il 70% di prime e ha ottenuto l’86% di punti quando ha messo la prima. 38 vincenti globali. 72% di punti quando si trova nei pressi della rete. Il gioco del tennis è mentale, soprattutto mentale, ma ci sono giornate nelle quali qualche giovane incosciente, ti prende le misure, e non è un tuo connazionale che si fotte dalla paura. O si caga perché vai in bagno 10 minuti, pensando che ti trasformerai nell’incredibile Hulk. Non funziona sempre così. Questo per dire che non sempre è Domenica. 64 64 16 16. Punteggio particolare questo. Strano. Irreale. Una pausa sortisce l’effetto di sparire improvvisamente dal campo. Bravo Djokovic, bisogna togliersi il cappello. Però dovrà fare attenzione nei prossimi match. E’ favorito per arrivare in finale, ma come ci arriverà? La domanda è lecita.

Iniziamo l’analisi della parte alta del tabellone dove al terzo turno c’erano 8 partite.

Ne ho pronosticate esattemente 7 su 8, l’87,5%. E’ saltata quella di Arnaldi con Norrie. Nel titolo del precedente pezzo avevo comunque precisato di fare attenzione all’italiano che ha grande spirito combattivo e grande testa. Palesa la tranquillità di uno che gioca da 15 anni a livello Slam.

Vediamo cosa succede in questi ottavi nella parte alta.

Alcaraz C.(1) vs Arnaldi: partita teoricamente chiusa a favore dello spagnolo che può palesare a tratti qualche passaggio a vuoto. Anche con Evans si è visto a tratti. Arnaldi che è meno leggero di Evans e ha più testa da tennis, dovrebbe inserirsi nelle poche occasioni che ci saranno. Bisogna cercare di trovare una buona posizione in risposta e usare bene i lungolinea per destabilizzare lo spagnolo. Qualche palla alta sul rovescio e cercare di sganciarsi dalle diagonali. Servire 3 prime su 4, almeno. E’ una partita difficile, se il ritmo rimane alto è sfiancante. Trovare il modo di non farlo giocare come vuole. C’è parecchia differenza di intensità, ma Arnaldi ha la testa per provare a intorpidire il gioco per poi spingere lui. Non è facile, a livello di esperienza Arnaldi è alle prime uscite. Alcaraz è abbastanza favorito. Alcaraz ai quarti.

Zverev A. (12) vs Sinner (6): primo match difficile per Sinner. Anche in questa partita Sinner dovrà stare attento a come risponde. Trovare il giusto timing e cercare profondità con la risposta. Stracciare sul dritto di Zverev per farlo accorciare. Servire meglio di come ha fatto con Wawrinka. E spingere fuori il tedesco con i colpi a rimbalzo. Usando poi la smorzata o scendendo a rete. Non farsi ingabolare in scambi troppo lunghi. Cercare anche qui il cambio diagonale – lungolinea che purtroppo Sinner usa poco. Contro Wawrinka si è visto un Sinner contratto e pieno di paure. Mai risolutivo quando ha avuto palle break per andare 4 a 1 e poi 3 a 1. Ha fatto rientrare Wawrinka 2 volte. Solo l’età e la poca lucidità di Wawrinka, in qualche caso, hanno evitato a Sinner di andare sotto 2 set a 1 o trovarsi al quinto. Quindi, come si diceva in passaggi precedenti, poca cattiveria agonistica nel dare la botta finale a Wawrinka. Ha sofferto la personalità dello svizzero nei primi 2 set. La pressione per la leggenda che torna a giocare bene per 1 ora e mezza. Wawrinka teneva col rovescio e giocava molto bene in spinta e ha messo paura per lunghi tratti a Sinner. Probabile che contro Zverev, altro pauroso, sia altro match. Dove lo vedo favorito. Ma non nettamente. Partitona difficile. Nel 2021 qui a NYC Sinner perse 3 set a zero con Zverev (Zverev era la tds 4 e Sinner la 13) . Ma ora lo scenario è leggermente cambiato. Qui si inizia a fare sul serio. Sinner ai quarti.

Medvedev (3) vs De Minaur(13): Medvedev pasticcione nell’ultimo tie-break con Baez. Poco tranquillo. Ha palesato qualche problema. Con De Minaur dovrebbe farcela, anche se è altra partita che richiederà parecchia concentrazione e un livello eccellente al servizio. De Minaur corre come un cavallo e gioca sulle righe. Un Medvedev concentrato la porta a casa massimo in 4. Se inizia a litigare col pubblico perdendo il filo, potrebbe complicarsi. Non dovrebbe avere problemi. Medvedev in 4 set. Con qualche patema.

Draper vs Rublev(8): Rublev, un buon Rublev contro Rinderknech, affronta il britannico. Un Draper che in agosto ha perso a livello Challenger da Cazaux a Winnipeg e poi nel 250  di Wistom-Salem si è ritirato al secondo turno contro Griekspoor sotto di un set. Ma quando la ghella si fa pesante, di colpo Draper si trasforma e vince tre turni agevolmente. Dare 3 set a 0 a Hurkacz qui sopra non è proprio agevole. Partita aperta dove Rublev dovrà far valere la maggior esperienza a questi livelli. Da fondocampo spostare Draper e stare attento in risposta. Dovrebbe prevalere Rublev, facendo molta attenzione a giocare profondo senza strafare. Rublev ai quarti.

 

Nella parte bassa al terzo turno c’erano 8 partite. Ne ho pronosticate giuste 6 su 8, il 75%. E’ saltato Vesely con Gojo ed è saltato Zhang con Hijikata; si era detto partita al limite. Comunque, dopo il match con Ruud, è da considerarsi abbastanza sorprendente perdere in quel modo con Hijikata. Hijikata che non tocca il metro e 80 ma corre e ributta tutto il possibile. Anche l’impossibile. Anche se ci sono dei grossi demeriti di Zhang che ha commesso quasi 50 errori non forzati. Tutti questi giocatori di seconda fascia, dopo grandi prestazioni tendono a perdere mordente o a sentirsi appagati.

Analizziamo gli ottavi della parte bassa:

Hijikata vs Tiafoe F. (10): Tiafoe che ha rischiato qualcosa contro il talento francese Mannarino, è pronto per correre come un leprotto anche in questo match. Qui c’è troppa differenza nel peso della palla e nella visione di gioco. E siamo in America. Hijikata e un buon colpitore da fondo, ma non credo abbia i mezzi per impensierire Tiafoe. Anche se non è una partita del tutto scontata, la vincerà Tiafoe massimo in 4 set. Tiafoe ha un gioco particolare, fatto di smanacci, tocchi e angoli geometrici, carezze sentite e tranvate improvvise che partono dalla figura immobile e frontale, rovesci a cesta, servizi con lift accennati, e una predilezione per il popolo “sovrano”. Se si esalta in quel catino umido, diventa unica cosa con la moltitudine disorganizzata dell ‘Arthur Ashe. Può prendere le sembianze del gatto, del cameramen, del giudice arbitro, del bimbo che mangia schifezze, del bodyguard e anche dell’attore comico Hollywoodiano. E’ tutti e nessuno. Tiafoe ai quarti.

Paul T. (14) vs B. Shelton: da questo spot potrebbe uscire il possibile semifinalista. Tiafoe permettendo. Paul, nell’unico precedente con Shelton, agli Australian Open  ’23, si è imposto 3 set a 1. Bel match. La potenza di fuoco di Benny contro il tennis più percentuale e lineare di Paul. Il tennis potente e istintivo di Shelton fa impressione. Molto sciolto anche nel prendere la rete. Si vede che gioca come se fosse l’allenamento pre-match. E per questo è pericoloso. Paul gioca un tennis pulito con qualche variazione d’esperienza. Ha più l’idea di come si giochino match di questo tipo. Il servizio di Shelton viaggia come quello di quel Roddick che qui vinse nel 2003 una finale contro il coach di Alcaraz, Ferrero. Finale scontata per Roddick. Roddick che qui a NYC tirò un servizio a 244 km/h, al primo turno nel 2004 contro Scoville Jenkins aka ‘Sco’. Sco, ritirato a 24 anni si è laureato in sociologia all’Università di Washington e ora è coach all’Università dell’Oklahoma. Da quel lontano 2003 nessun americano ha più vinto qui. 20 anni senza americani nell’albo d’oro. Ora sono un bel gruppetto da 4 agli ottavi. 50% di americani nella parte bassa in ottavi. Come ha dichiarato Fritz, il fatto che avanzino tutti appaiati, crea l’effetto competizione. L’effetto volata con il naso e la testa che si allunga a toccare per primi il nastro. Ad ogni turno giocano sempre meglio. Questa tra Paul e Shelton è una partita equilibrata. Set tirati, game tirati. Qualche tie-break. L’effetto America può creare ai due qualche pensiero. Qualche pressione in più. Forse l’incoscienza di Shelton, in Usa, è una sorta di valore aggiunto. E’ una partita che si giocherà su pochi passaggi a vuoto. Forse ha qualcosa di più Paul, che deve stare attento cercando di giocare pulito senza strafare, togliendo ritmo a Shelton. Spostandolo e cercando angoli. Il giocatore è pesante e spreca parecchie energie in corse inutili. Paul dovrà variare la posizione in risposta cambiando spesso. A seconda del punteggio nel game e a seconda della posizione del servizio avversario. Se va a servire da destra o da sinistra la posizione dovrà essere più o meno avanzata. Dico Paul nei quarti.

Stricker D. vs Fritz T. (9): Stricker col fisico che ha, ha fatto un miracolo ad arrivare fin qui. Grazie al carattere e al grande talento. Giocatore mancino. Nel secondo turno di qualificazione ha vinto 13-11 al tie del terzo set contro Llamas Ruiz (set decisivo. Nelle quali si gioca 2 su 3). Nel tabellone principale ha regolato Popyrin in 4 set, Tsitsipas e Bonzi in 5 set. Sia con Tsitsipas che con Bonzi ha vinto un tie break che si è rivelato quello della svolta. Quello che ha cambiato la piega al match. Contro Tsitsipas il tie break del quarto set(8-6),  col greco avanti 2 set a 1. Contro Bonzi il tie break del terzo set (7-4) sul punteggio di un set pari. Quando serve e si gioca sul filo Stricker è un cecchino. Uno con le palle. Qui sembra più sicuro Fritz quando va a servire. Teoricamente non ci dovrebbe essere partita. Fritz è più abituato a giocare partite di questo livello. Stricker, però è un bel giocatore. Pericoloso perché anche lui non ha paura di tirare o giocare all’attacco. Partita da 4 set a favore di Fritz. Con un tie-break vinto da Stricker 😊.

Stricker, in certe espressioni del viso, quando preso da certe angolazioni – da 2 o 3 metri -, ricorda un vecchio talento italiano mai esploso ad alti livelli. Florian Allgauer. Allgauer che aveva nel servizio e nel dritto due colpi micidiali. Così come Matteo Trevisan (altro talento dal servizio e dal dritto micidiali – fratello di Martina, 58 WTA), Allgauer, vinse il Torneo Juniores Bonfiglio al TC Milano. Torneo che di solito dovrebbe dare indicazioni sulla futuribilità dei giovani talenti. Diciamo che dopo Trevisan nel 2007 vinsero Zverev (2013) e Tsitsipas (2016). Allgauer vinse nel 1997, Trevisan lo vinse nel 2007. Entrambe le volte ero presente sugli spalti del TC Milano. Tra i professionisti, poi,  non avallarono le attese. Entrambi. Un best ranking vicino per entrambi. 216 ATP  Allgauer e 267 ATP Trevisan. Allgauer me lo ricordo a 14 anni vincere i campionati ilaliani di terza categoria contro il C1 Rampazzo. Era a Loano in Agosto. A seguirlo un capannello di persone che lo chiamavano ‘Flo’. Quel giorno c’erano quasi 1000 persone assiepate intorno a quelle ramine di fil di ferro verde, tramate a nido d’ape. Dove le palline si incastrano quando sono ficcanti e pesanti come erano quelle che partivano dalle corde dritte e budellate di Allgauer.

Io quel giorno avevo una visuale decentrata, dal corner del campo; mi ricordo che il toscano Rampazzo (finalista), uno più grande di Allgauer con un fisico doppio rispetto al fanciullino di Brunico, tirava su dei pallottoni che odoravano di budello e palta sudaticcia, pesantissimi, sul rovescio del 14 enne Allgauer che spesso si spostava in precario equilibrio per tirare la mina di dritto. La pallina usciva dalla racchetta di Flo pesante e schiacciata e, alle volte, si conficcava nella trama a nido d’ape della raminata di fondocampo. Rampazzo staccava la pallina dalla rete con un gesto della mano a svita barattolo. Dopo la mina di dritto, la palla perdeva un po’ di pressione. Allgauer era uno sgonfia palline. Il sole era a picco sul campo e le 1000 persone urlavano a tratti ‘ Forza Flo, andiamo!’ . Tra gli amici di Allgauer si scherzava con frasi del tipo: “ è arrivato il caterpillar Flo, oggi asfalto liscio e pesante”. La partita fu tirata al terzo se non ricordo male. La vinse Allgauer.  Qualcuno tra quelli del team, nel 1997, al torneo Bonfiglio, disse che l’unico “dittatore” del circuito poteva essere Allgauer. Perché con quel dritto e quel servizio avrebbe dominato e regnato sul circuito dei professionisti per anni. In Italia, come ben sappiamo, i toni, appena uno vince due cose, sono sempre moderati e compassati. 🙂

Gojo B. vs Djokovic N. (2): Djokovic aka Il lupo è pronto per altro match di passione contro il qualificato Gojo. Curioso il tabellone nella parte bassa: 2 qualificati, 4 americani, una wild card e il goat dei cervelli. Si dice che Djokovic contenga e abbia in mano la situazione. Ogni partita, però, a 36 anni per il serbo è da maneggiare con cura. Nessun match 3 su 5 è agile. Quindi, anche Gojo, non va sottovalutato. Non ho visto il match, ma se ha battuto Vesely in 3, proprio male non gioca. Certo Djokovic 3 su 5 pare di un altro pianeta. Dico 3 set a 0 Djokovic con un set tirato. Possibile un quarto set.

A risentirci.

Piacentini Gianluca.

Postato il 3-9-23 alle ore 11,30

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