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Us open, ottavi: il teatrante a 4 passi da una una ‘roba’ che si vede solo al cinema.

Il tabellone degli Open Americani è allineato agli ottavi di finale. Le condizioni climatiche a NYC sono abbastanza pesanti. Umido e calura.
Andiamo a vedere cosa è successo nella parte alta e cosa c’è da aspettarsi per il prosieguo della vicenda.
Cinque su 8 dei probabili ottavi nella parte alta, sono andati a segno. Ci sono state a mio parere due sorprese abbastanza evidenti. Quella di Hurkacz che non sale al quinto (si fa annullare 3 set point) e perde da Seppi (di Seppi ho sempre avuto stima, ed è un giocatore serio da prendere come esempio per caparbietà e tenacia, ma Hurkacz ha perso occasione per chiuderla al quinto). E quella di ieri notte tra Karatsev e Brooksby, con Karatsev avanti 2 set a 1 che molla il colpo e lascia strada al quinto al ragazzino mezzo scoordinato. Karatsev che dà l’impressione di esserci pesantemente, coi piedi ben inchiodati a terra e le stilettate sulle righe, ma, poi, di colpo, volare in cielo. L’anima in cielo e il fantasma sul court. In un attimo impercettibile, Karatsev non è più tra noi e non ce lo sappiamo spiegare. Qualche impasse nell’infanzia e nei ricordi sfocati in lontananza. Uno che disegna il campo come un pittore ma che deve fare i conti con l’irresolutezza dell’animo. Che dispiacere. Grande.
Sulle bizzarrie di Shapovalov, invece, nessuna sorpresa. Ci sta che perda con Harris, e che non la butti di là per l’emozione. Eccesso emotivo. Nulla di nuovo. Wimbledon ce lo ricorda. La pallata emotiva fuori di un metro con Djoko. Shapovalov è il campione dello stato paranoide, quello che teme l’imboscata e accentua di molto l’attenzione. Troppo orgoglio, che non supportato da un grande sé individuale, equivale a impulsività, suscettibilità e rabbie non canalizzate. Shapovalov, il super talento immanente, ma fragile. Possiamo consigliare per lui un mental coach pratico e centrato. Il carattere, è anche quello di uno che probabilmente non accetta di mettere in discussione qualche falla emotiva su di sé. Poco umile. A differenza dell’altro emotivo Karatsev.
Passiamo ad analizzare il tabellone:
Djokovic vs Brooksby: un Djokovic che nei primi due turni ha passeggiato. Se si va a guardare il primo turno, ha lasciato un set a Rune, per poi ‘dileguarsi’. Per lui, attore teatrale, il sipario era già chiuso lì. E’ quello che non vuol far pesare quella parte di sé che gli genera angoscia o dubbio o punto di domanda, Djokovic. E’ grande l’elasticità mentale, ma anche la maschera è ben aderente al viso, per nascondere le preoccupazioni personali. Buona sarebbe stata la carriera da commediante.
Il terzo turno con Nishikori, ha dimostrato che il teatro supera qui a NYC, il cinema. Le urla belluine ripetute in set diversi col collo proteso verso il pubblico a cercare la luce (della ribalta – come a teatro), dimostrano che Djokovic è un doppione di sé stesso. La duplicità del personaggio, fa credere all’avversario che non c’è più, come un illusionista che sparisce, per dargli delle senzazioni positive. Si potrebbe pensare che fosse preoccupato ieri (forse un po’ lo era), ma spesso è una recita.
All’angolo di Nishikori c’era Chang, che in quel 5 Giugno 1989 a Parigi, mandò al manicomio uno che ci ricorda un po’ il Serbo: Ivan Lendl. Con le dovute distanze, sia chiaro. Quindi usò l’intelligenza e l’aiuto di Dio (disse all’epoca – questa sulla fede fu pesantemente criticata da Agassi che lo mise nero su bianco nel suo libro autobiografico).
La tattica messa in campo era quella giusta. Non mollare mai la riga di fondo a costo di fare errori. Giocare in un intorno dei 12 metri lineari e via. Stare addosso al serbo, servire spesso slice esterno. Scendere a rete prima che lo faccia lui. Variare sulle diagonali. Perfetto. Il problema è che manca la continuità di spinta e Nishikori ha poca presenza fisica. Un po’ più di convinzione è mancata. Quindi, per ora tutto sotto controllo.
Il match con Brooksby può portare a qualche problema? Brooksby è capace di grandi rimonte e resurrezioni, pare un personaggio di carattere: nomade, saccheggiatore e per nulla impaurito. Un freddo. I fondamentali sono solidi e ha un buon servizio che lo sostiene.
Diciamo che da qui in avanti, in uno slam come questo, può succedere di tutto, ma non credo a questo livello. Non qui. Djokovic per ora usa bene le maschere e il palcoscenico. Va via liscio.
Otte vs Berrettini: un Berrettini che io avevo segnalato vincente al terzo turno con Ivashka, ha vinto. Ma non convinto del tutto. Un po’ faticoso il cammino di Berrettini, che si è dovuto reinventare a tratti e si è rifugiato in qualche tie-break al limite. Il servizio ti dà sempre una mano. E il servizio c’è. E’ disponibile quando serve. Berrettini ragazzo semplice d’animo e schietto. Nel colpo dritto e nel servizio pare avere un’arma. Un fucile. Spinto da una potenza implosiva testa-corpo a volte pecca di troppa esuberanza e precipitazione.
Da migliorare il rovescio. Qui sopra si scambia e si lotta duro su ogni punto. A questi livelli di ottavi si tira fuori col servizio e con qualche pallata di dritto. Cerca di rompere il ritmo con il back di rovescio e aprirsi il campo col dritto. Con Ivashka gli è riuscito. Berrettini è migliorato tantissimo nella gestione del 3 su 5. Otte, probabilmente è appagato. Non sottovalutare mai nessuno è la regola. Non sembra un vero fighter del 3 su 5, Otte. Confronto a Berrettini pare soccombere già negli spogliatoi (3 su 5). Dico Berrettini con qualche patema, però.
Zverev vs Sinner: uno scontro tra due di carattere. Su Sinner una precisazione è doverosa. Scorrendo il ranking atp si nota che dei primi 12 davanti a lui, forse solo Ruud ha un servizio simile (ma rende meglio). Gli altri 12 hanno tutti un servizio più forte, con cui fanno punti facili.
Questo è un problema, che poi fa finire al quinto delle partite come quella con Monfils. Sul palleggio e sull’anticipo è molto più forte del francese, ma senza il colpo servizio, deve faticare ogni game. Si fa pesante con Zverev che gestisce meglio tutti i comparti del gioco. Meno dubbioso, più paziente e audace. Disegna bene il campo. Non è il massimo della logica in campo, Zverev.. Tatticamente ha qualche lacuna. Sinner più intelligente tatticamente, abbastanza sicuro e per nulla pauroso (per la sua età), manca ancora in qualche aspetto tecnico. Ragazzo dalla vitalità impetuosa.
Se Zverev si fa prendere da qualche dubbio e non serve come dovrebbe, entrando in campo a giocare faccia a faccia, ci può essere anche match.
Dico Zverev, ma Sinner è lì vicino. Se Zverev serve come un treno e si gioca poco, allora non c’è nulla da fare. Ma Sinner, pur mancando di servizio è abbastanza regolare.
Ripeto, il servizio gli darebbe ulteriore sicurezza anche a livello mentale. Abbiamo un giocatore che sta crescendo. Non fategli pressione. E’ anche uno che nel dna ha il culto del lavoro e del sacrificio. Rispetto per Sinner. Che darà a tutti grandi soddisfazioni.
Opelka vs Harris: il barbuto Opelka. Il gigante di St Joseph. Il tecnico servitore. Col servizio raggiunge picchi di 235 km/h. Spesso finisce sulle righe e ci tira. Migliorato nella mobilità e resistente alle intemperie. La moderazione e l’umiltà sembrano il suo biglietto da visita. Un realista col senso della misura che fa paura a chiunque. Pronosticato da me a questo livello, per ora 9 set a 0 agli avversari. Bravo Musetti a stargli dietro nei primi due set. Ci ha provato. Ma Opelka è uno che è ben piantato coi piedi a terra. Niente illusioni. Pericoloso. L’ altezza può portare ad infortuni. Non si è mai sicuri. Lloyd Harris è un buon giocatore. Dotato anche lui di un servizio potente. Ha il fare di un guru della meditazione. Contemplativo e pacifico. Un bel match dove Harris potrebbe dare qualche noia, ma non avere la potenzialità per sovrastare il gigante. Infortuni permettendo.

La parte bassa.
Tiafoe vs Auger Aliassime: Tiafoe ha eliminato Rublev dopo 5 set. Nemmeno questa è da considerarsi una sorpresa. Roccioso, ostinato e caparbio. Col tempo ottiene. Arriva sempre un po’ dopo, ma arriva. Alla vetta si arriva con l’applicazione e un buon coach. Un coach pragmatico e
realista. Bravo Tiafoe. Merita.
Si ringrazia Aliassime, per aver eliminato Battistino. Ci ha messo 5 set, ma alla fine ne è venuto a capo. Il Leviatano Onnipotente ha lasciato la borsa. Vuota, ma l’ha lasciata.
Questo è uno degli ottavi più insondabili. Pare favorito Auger – Aliassime, ma io dico 51% Tiafoe, 49% Aliassime. Di poco Tiafoe. Che piano piano arriva in cima alla montagna. Ambizioso, Frances, ma con la moderazione e il realismo dei giusti. Quelli di chi non vince per caso. Ma per costruzione day after day.
Gojowczyk vs Alcaraz: Questo ottavo di finale, arriva dall’aver generato la seconda sorpresa clamorosa di questi Us Open. Alcaraz che a 18 anni (ben venga, nel senso che nel precedente pezzo avevo parlato di diciottenni che una volta battevano i primi e oggi mancano) elimina Tsitsipas e la sua ansia esistenziale. Quella di Tsitsipas è una triade. Papà, Mouratoglou e Stefanos. Tre caratteri forti, ma un binomio, a livello di coaching, che non funziona. Parlano in due a un terzo che forse non ci sente. Insomma, non sembra funzionare. Il papà dovrebbe stare sullo sfondo e fidarsi di Mouratoglou. Se ci sono attriti o divergenze di opinioni, la risultante è il cervello bilingue di Stefanos, e quello che si vede in campo è un talento non espresso. Un continuo tirare, senza freni e senza pensiero logico. Un continuo tirare senza variazioni. Un non capire che non puoi fare a pallate con uno che è più centrato in quel settore. Tanto che il navigato e d’esperienza, al quinto, sembrava Alcaraz. Il terzo set buttato, che probabilmente valeva il match, grida vendetta. Si vede chiaramente che Tsitsipas non è tranquillo. Ha nella testa troppe cose e non riesce e metabolizzarle. Si genera caos e la risultante, ripeto, è un tennis privo di variazioni, mononeuronale, monocorde e troppo prevedibile. Uno scempio tattico figlio di una miopia nel gestire l’intorno. Peccato perché i colpi ci sono. Tsitsipas sicuramente non facile da gestire. Un po’ di tracotanza, fierezza, suscettibilità e orgoglio lì ci sono. Se gestito da 2 che non si usmano, non è il massimo.
Alcaraz, ricorda i diciottenni tennisti di una volta che non avevano paura di nulla. Ma meno istintivo; a tratti lucidissimo. Anche lui come Tiafoe è una roccia fisicamente. Migliore caratteristica: incassatore. Incassa come un pugile e ti fa stancare, poi ti spiana. Poi ti pialla. Sembra già grande. Forte nel recuperare le energie. Vedere il 6-0 tattico nel quarto set
Pericoloso per chiunque, questo qui. La prova del nove è dietro l’angolo. Si usa dire che dopo una grande prestazione subentra l’appagamento, la stanchezza e si rischia la mattanza. Non conosco molto bene Gojowczyk, ma penso che il ragazzo abbia recuperato. Non è uno di quelli che si monta la testa. Ricorda i vecchi leoni che vincevano da cannibali. Se tiene emotivamente, va ai quarti.
Van de Zandschulp vs Schwartzman : l’argentino era pericoloso e lo vedevo qui negli ottavi già una settimana fa. Isner uscito prematuramente e Ruud ancora alle prese con qualche accorgimento tecnico da calibrare al cemento, non sono stati all’altezza del pronostico. Ora Schwartzman ha fatto il suo. Fa parte di quella categoria di giocatori che fanno del culto della personalità una regola di vita. Rispettato dagli altri giocatori. Il giocatore olandese però gioca pulito e ha un servizio molto incisivo. Sembra un giocatore vecchio
stile. Potrebbe dare più di un fastidio all’argentino. Dico Van de Zandschulp in 4 o 5 set.
Evans vs Medvedev: in questo spot c’è stato il ritiro di Dimitrov (76 76 sotto 2 set con Popyrin). Bulgaro, eterno incompiuto. Topolino Evans è uno sveglio e intelligente. Dal fisico esile è dotato di un bel braccio e di una buona mobilità naturale. A tratti va via in mezza volata come in una foto in bianco nero. Quelle che appendevi in cameretta per fissare ed eternare la teoria di una mezza volata in controtempo.
Con la macchina manifatturiera russa c’è poco da fare. Medvevdev a rullo nei primi 3 turni. Anche lui deve stare attento al gioco monocorde. Talento naturale per mobilità e timing sulla palla Medvedev può far paura.

Ci risentiamo con altro pezzo per i quarti di finale.

Postato il 5 settembre 2021 alle 15,45

Piacentini G.

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