Sede
Sede
Info e ordini
Segnalazioni
Amministrazione
Personalizzazioni
tel/fax +39 02.29.51.48.95 Via Paolo Frisi, 10 - 20129 Milano (MI) (siamo fuori dall'area C - Prima, Ecopass)
info@piacentinicancelleria.it - ordini@piacentinicancelleria.it
segnalazioni@piacentinicancelleria.it - per segnalare problemi con il trasporto e le consegne, problemi con il servizio clienti.
amministrazione@piacentinicancelleria.it - richieste amministrative.
promozionale@piacentinicancelleria.it t - articoli promozionali personalizzati, regali aziendali.

Us Open, quartini settembrini: si vive alla giornata e del doman non v’è certezza.

Come da pronostico eccoci arrivati ai quarti senza grandi scossoni. Negli ottavi tutto come da copione. Non ci sono state grosse sorprese. Di sicuro nel tennis e nella vita non c’è nulla, ma Berrettini non perde con questo Otte leggero e lo Zverev visto nella seconda parte del 2021,non perdeva da Sinner. Sinner che entrerà presto nei primi 10.
Se vogliamo considerare una sorpresa Harris che batte Opelka, non la è. Ci poteva stare. Il Sudafricano risponde molto bene (serve molto bene) e gioca un tennis maturo. Opelka sembrava aver finito la benzina dopo aver vinto il primo set. Senza servizio è fuori dai 50, Opelka. Bravo Harris ad approfittare. Harris che gioca davvero bene. Il maestro di meditazione e respirazione diaframmatica rilassata. Vedeva in anticipo il servizio di Opelka e si posizionava benissimo in risposta. La calma serafica di questo Harris, impressiona.
Nella notte del 6 Settembre ho acceso la tv dopo mezzanotte e mi sono trovato davanti a un’imboscata con missili e siluri. Pensavo di aver sbagliato canale e di essere su History Channel.
Gojowczyk e lo spagnolo Alcaraz, tiravano delle mine che non si erano mai viste su un campo normale da tennis. E Gojowczyk teneva botta come se non ci fosse un domani. Fino a 2 set a 1 lui. Poi è saltato. Un po’ le scorie dei precedenti 6 match (altro proveniente dalle qualificazioni) e un po’ la personalità forte di Alcaraz, hanno fatto girare un match incredibile. Queste le caratteristiche molto evidenti di Alcaraz: non avere paura di nulla, incassare e ripartire, difendere bene e giocare senza pressione. Aggiungiamo che gioca istintivamente, ma non del tutto. Quando serve, riesce a cambiare qualcosa anche in corsa. Da anni non si vedeva un giocatore di diciotto anni così applicato e presente per 5 set tirati. Risorge dal nulla alla bisogna.
Quindi attenzione.

Partiamo ad analizzare i quarti della parte alta.

Djokovic vs Berrettini: di questo Djokovic si è capito e non si è capito. Si è intravisto e poi non si è più visto (da chi era dietro a rincorrere). Pare affaticato a tratti, ma si annoia. Pensa il giusto, senza accanimenti in direzioni strane. Pensa per quello che serve, e tutto il resto è noia. Però è il più vigile degli otto rimasti in corsa dal punto di vista mentale. Ha una mobilità naturale. Dal punto di vista della mobilità è all’opposto di Berrettini.
Quindi, a differenza di Berrettini, osserva nel profondo con una mente vigile e poi agisce in maniera sempre molto logica. La chiave del confronto (per Djoko) sta nel sapere mettere in campo la tecnica della fuga rapida, evitando quanto possibile la fisicità del confronto muscolare diretto. Se detta lui e non si invischia in pallate troppo pesanti, è meglio.
Il punto debole per Djoko sta nel nervosismo e, raramente, nell’incapacità di liberare la rabbia in maniera diretta. Accumula spesso tensione, ma non lo dà a vedere.
Lo si batte, se lo si aggredisce molto sin dall’inizio. Col servizio e stando avanti (piedi dentro). Il duo Chang- Nishikori avevano interpretato bene la partita, ma il giapponese non ha la potenza e la tenuta per tenere la pressione alta 3 su 5. Ha usato bene lo slice esterno per seguire a rete facendo dei buoni punti. Lo ha strapazzato con gli angoli stretti a tratti.
Non basta. Bisogna giocare così, almeno 2 ore e 30.
Berrettini pare essere la Kriptonite del Serbo. Quello che è più vicino a farlo saltare e a portarlo nel dominio dell’incertezza. L’esuberanza di Berrettini, la forza fisica e la muscolarità esplosiva, il fatto che la situazione possa sfuggire, danno grande fastidio al Serbo.
Il Berrettini visto fino a qui, è parso un po’ lento e nervoso. Impaziente. Si è salvato spesso solo col servizio in condizioni estreme e burroni definitivi.
Con la palla in gioco, fa parecchi errori. Anche col dritto spesso è frettoloso. Con Otte è parso a tratti un po’ in difficoltà.
Applicare la pressione da fondo continua a un Djokovic che (forse) non è al meglio, è possibile, se si è molto centrati e in forma. Quindi stare nell’ intorno della linea di fondo. Venire a rete più del solito anche con il back. Comandare col dritto a costo di commettere errori. E usare atteggiamento teatrale, aizzando a tratti il pubblico, che qui è predisposto a lasciarsi trascinare. Provocare un po’ il Serbo con qualche cinema plateale. Non è nel carattere di Berrettini, ma in qualche momento chiave può usare un po’ di cinema da contrapporre al teatro del Serbo. Qualcuno ha detto che ha un viso per il cinema. Lo usi, allora.
Sembra una partita chiusa a favore del Serbo, se il servizio di Berrettini scende sotto certe percentuali e da fondo inizia ad essere impaziente. E se rimane troppo dietro, anche dalla linea di fondo. Se tiene in mano il gioco Djoko è durissima.
Sembra che quel tipo di tattica, per il Berrettini visto fin qui, non sia applicabile con una continuità di 2 ore e passa.
Però ogni partita è diversa. E ogni match è una storia senza finali certi al 100%.
Dico Djokovic in semifinale, ma spero in un Berrettini ‘infiammato’ e aggressivo a manetta. Allora potremo vedere una buona partita e magari una sorpresa. Djoko non è al meglio. E Berrettini ha il vantaggio di averlo già incontrato due volte. Dagli errori qualcosa avrà imparato.

Zverev vs Harris: si era detto nel precedente pezzo che se Zverev giocava il suo tennis non c’era nulla da fare per Sinner. Che ha comunque buttato il terzo set in maniera sciagurata. Col servizio fa fatica. Non sono solo gli ace che mancano, ma anche il piazzamento del servizio. Troppo prevedibile in qualche giocata da fondo. Ma ha solo 20 anni e veloce entrerà nei 10. Quindi è un fenomeno. Deve lavorare duro e guardare avanti con fiducia.
Su Harris: pacato, meditativo e con un buon talento naturale. Ancora inespresso per via di qualche dubbio e poca consapevolezza. E’ parso molto calmo e pacato durante il match con Opelka. Gran servizio, ieri ha tirato 36 ace (76% di prime in campo) contro i 24 di Opelka. Ha vinto il 92% dei punti con la prima in campo. In risposta ha fatto il capolavoro: 28% di punti vinti sulla prima di Opelka e 63% sulla seconda.
La stanchezza di Opelka lo ha favorito, ma lui non è mai calato. Ha dato anche 3 set a 0 a Shapovalov che non è male. Il bizzarro Canadese.
Dall’altra parte della rete uno Zverev che poteva lasciare un set a Sinner, ma sembra più centrato e più maturo rispetto agli anni scorsi.
Serve bene e ha due fondamentali molto solidi. Rispetto al passato ha più pazienza negli scambi lunghi. E’ on fire e arriva da un’estate pazzesca.
Harris, con una percentuale alta di prime (a cui Zverev risponde meglio rispetto a Opelka), e con un buon rendimento alla risposta può stare in scia a Zverev.
Diciamo che Zverev sembra avere qualcosa in più nella gestione del 3 su 5. Ma è una partita aperta 55% Zverev 45% Harris. Dico Zverev, alla fine.

Parte bassa:

Auger- Aliassime vs Alcaraz : Auger – Aliassime ha una buona dose di intelligenza tattica applicata al gioco. Saranno i consigli del suo Coach. Con Tiafoe ha servito 24 ace e ha messo in campo il 62% (non tante) di prime. Quando ha messo la prima, però, ha fatto l’83% di punti. Ha nel servizio una buona resa. Serve bene quando serve, oltretutto.
I due non si sono mai incontrati in precedenza.
Alcaraz come scrivevo in precedenza, è una potenza di fuoco. Chiaro sia ancora molto istintivo. Ma ricorda vecchi campioni del passato. Campioni precoci.
Incassa, replica, aizza il pubblico. Resetta. E’ tenace e resistente. E’ un fenomeno di precocità. Non si vincono le ultime due partite al quinto per caso. Una volta che la palla è in gioco fa impressione per velocità e esplosività.
Resistenza alla fatica e resistenza mentale, impressionano per l’età che ha. Tiene a bada le emozioni e gli avversari non devono mai fare previsioni su cose del tipo ‘benzina finita’ o ‘va fuori giri’, perché potrebbero essere smentiti.
La prova del nove l’ha superata.
Da una parte Auger -Aliassime è già scafato, molto intelligente, serve bene e sembra abbastanza tranquillo.
Dall’altra parte c’è un personaggio particolare. Il brufoloso diciottenne che non ha paura di niente e che se ne sbatte di come parte il match e di andare sotto. Ovviamente c’è un limite a reggere.
L’incognita in questo match, più che fisica è mentale. Alcaraz avrà le energie mentali per applicarsi punto a punto a un match difficile come questo?
Non lo sappiamo. Si può prevedere che tra i due il più pauroso nei momenti chiave (forse) sarà Auger-Aliassime. Lo abbiamo già visto più volte in passato fare cose astruse nei momenti chiave.
Però serve bene e sbaglia meno che in passato.
E’ partita incerta come tutte quelle di quarti, qui.
Se Alcaraz tiene alto il ritmo dello scambio e riesce a rispondere con continuità a qualche prima, può fare l’impresa (di arrivare alla semifinale bassa). Sempreché non sia bollito mentalmente. E’ una partita dura questa. 51% Alcaraz 49% Aliassime.
Alla fine dico Alcaraz, che è una furia. Ma non è solo istinto. A tratti, nei momenti importanti, lo vediamo anche ragionare.

Van de Zandschulp B. vs Medvedev:
Molti sottovalutavano Van de Zandschulp B., ma nella realtà è giocatore d’altri tempi. Calma serafica, colpi da maestro stile anni ottanta-novanta, servizio continuo e colpi da fondo molto solidi e angolati. Altro pittore che disegna i campi da tennis. Testa molto fine. Ha tutto. L’unica cosa che manca è la pesantezza. Ma dimostra a molti giovani – anche tra i primi 3 o 4 – che si può fare tanta strada anche senza brutalità o sassaiole improvvisate. Vedi Rublev, Tsitsipas e molti altri nei primi 30.
Quando uno mette in campo un tennis artistico e preciso come quello dell’olandese, ha bisogno di poter giocare, di uno che lo lasci giocare e gli lasci spazio.
Purtroppo, Medvedev, è il giocatore sbagliato. Il muro. Altro giocatore che sembra aver paura di pensare troppo. Il fermarsi a pensare gli mette ansia. Meglio far partire lo start e iniziare a macinare pallate e servizi devastanti. Si gioca, ma senza pensare. Fermarsi a pensare è asservirsi all’altro. E noi possiamo disinnecarlo senza troppi giri di parole o pensieri. Alcune sconfitte di Medvedev sono la prova che quando c’è da pensare troppo o trovare soluzioni, molla tutto. Vedi finale AO 2020.
Se l’olandese lo porterà sulla strada di dover far fatica per trovare soluzioni, può portare via un set forse.
Ma qui si parla di macchinari calibrati per tirare 5 set dando l’impressione che un domani non ci sia.
Medvedev in semifinale.

Per i risultati delle semifinali ci aggiorniamo Giovedì 9 Settembre con altro pezzo.

Djokovic vs Zverev
Alcaraz vs Medvedev

Piacentini G.

Postato il 7-9-2021 alle 14,50

Ultime notizie

Facciamo il ‘punto’ e traiamo spunto per non toppare più.
14/04/2024
Musetti fonoassorbe Fils. Sinner devasta Korda.
10/04/2024
Dimitrov: un pozzo di scienza tennistica che spiana la strada al sogno.
29/03/2024
Il tridente LightBlade di Poseidone, una “spada” devastante, per frantumare con la sola punta centrale i blocchi di marmo carrarino che sparerà il braccio aurino di Carezza.
26/03/2024
BUONA PASQUA! HAPPY EASTER!
25/03/2024

Archivio